Madonna Santuario delle Grazie
“Arti antiche, arti che talvolta si perdono nella memoria del tempo, arti che ci insegnano metodi e valori spesso scomparsi. La tradizione delle icone appartiene a questa categoria, appartiene a un mondo lontano, ma ancora attuale”.
Ho iniziato a dipingere icone circa 12 anni fa. Il mio non è stato un incontro casuale con quest’Arte, ma un vero e proprio innamoramento, che mi ha coinvolta sempre di più nel conoscere ed esplorare questo mondo fatto di un lavoro di grande pazienza e delicatezza.
Per me, ogni icona diventa unica attraverso la tecnica, appresa negli anni con lo studio, ma anche attraverso un percorso di avvicinamento spirituale che l’artista deve intraprendere per giungere ad un’opera che sia realmente in armonia sia con l’immagine dipinta sia con chi la dipinge.
La scorsa primavera, in un periodo così particolare, una cara amica mi ha confessato che era rimasta colpita dalla dolcezza del volto della Madonna delle Grazie e mi ha chiesto di dipingerla in occasione di un anniversario molto importante per la sua famiglia. Ho accolto con piacere questa proposta, nella quale ho intravisto la possibilità di valorizzare un’icona che appartiene da 600 anni alla storia del Friuli, alla quale nei secoli migliaia di persone si sono rivolte per domandare una grazia o per ringraziare di averla ricevuta.
Entusiasta per questo nuovo progetto, mi sono subito recata alla Biblioteca del Santuario, per approfondire e poter vedere da vicino l’immagine sacra. Indispensabile si è rivelato un volume al quale ho potuto attingere per conoscere a fondo la storia, le immagini originali e tutta la simbologia sacra racchiusi in quest’opera. Documentandomi e osservando l’immagine, ho sentito un grande coinvolgimento: la semplice osservazione si è pian piano trasformata in contemplazione, che mi ha permesso di cominciare il lavoro quasi “guidata” dalla profondità che mi trasmetteva l’icona attraverso lo sguardo della Madonna e del Bambino.
Proprio mentre mi accingevo a scegliere la tavola più idonea per accogliere questa splendida immagine, mi sono accorta che non avrei dovuto cercare oltre, perché avevo già a disposizione un supporto ligneo che corrispondeva a quello che desideravo: una tavola antica, tagliata con una forma particolare ad arco inflesso che richiama uno sguardo verso l’alto, verso il cielo o a un atteggiamento di preghiera. La tavola è stata restaurata e preparata con diversi passaggi.
La scelta di riprodurre la figura della Madonna così com’era nell’originale cioè senza corona - è stata guidata dal desiderio di dipingere l’immagine con più semplicità possibile, essendo essa già di per sé molto ricca nelle decorazioni floreali e nelle vesti. L’icona è stata dipinta con le tempere su tavola gessata, per la doratura del nimbo (aureola) è stata usata la foglia d’oro zecchino, mentre per le decorazioni delle vesti della Madonna è stato utilizzato l’oro zecchino in polvere stemperato con la gomma arabica.
E’ stato un lavoro paziente, lungo e complesso, soprattutto perché l’immagine abbonda di decori di diverse forme e perché ho voluto lavorare molto nel colore, desiderando dare un effetto rispettoso dell’icona originale, ma nello stesso tempo più vicino possibile al mio sentire personale. Per me dipingere icone è dare voce alla sensibilità e delicatezza del mio universo interiore è un linguaggio universale che parla con il cuore e si rivolge al cuore. Sono uno spirito libero con la vocazione dell’Arte.
Ma l’Arte come la FEDE, ha valore solo se trasmessa... Con gratitudine.
Ringrazio in particolare il sig. Giorgio De Zorzi responsabile della Biblioteca del Santuario delle Grazie per la cortesia e disponibilità nel concedermi la possibilità di consultare il testo “Gli ex-voto della Madonna delle Grazie di Udine” così prezioso per la realizzazione di questo progetto.